Mario Garea (1881–1962) è una figura affascinante e ancora poco conosciuta del panorama culturale italiano ed europeo. Scrittore, poeta e uomo di grande curiosità intellettuale, ha intrecciato la sua vita con la storia di Varazze e con importanti nomi della letteratura del suo tempo.
Un salotto culturale sul mare
Amico del poeta Gian Pietro Lucini, ospitava spesso nella sua casa di Punta Aspera intellettuali e personaggi di spicco, creando un vero e proprio circolo culturale affacciato sul mare. Tra gli ospiti abituali c’erano anche il sindaco di Varazze Niccolò Sardi e il poeta armeno Hrand Nazariantz. Garea gestiva inoltre appartamenti in affitto per turisti e lavorava come dirigente ai Bagni Letizia della famiglia Botta, storici stabilimenti balneari legati anche alla tipografia che stampava quotidiani locali e alcune sue opere. I Botta possedevano pure i Bagni Regina Margherita – oggi Kursaal Margherita – che ancora conservano un pregiato soffitto di Lucio Fontana.
I suoi interessi
La biblioteca di Garea era un tesoro di volumi che spaziavano dalla letteratura alla storia, dalle scienze alle religioni. Amante delle civiltà antiche e delle loro leggende, inseriva nei suoi versi riferimenti a miti greci, romani, norreni ed egizi. I viaggi lo portarono fino in Catalogna e in Indonesia, dove collaborò con l’esploratore varazzino G.B. Cerruti alla stesura del libro Fra i cacciatori di teste dell’isola di Nias.
I suoi scritti
Collaborò con quotidiani nazionali e locali, tra cui La Ragione e Il Teiro, firmando articoli culturali e recensioni. Scrisse raccolte poetiche di ispirazione simbolista come Vecchie Rime, Ricami dell’Ombra, I nauti del Sogno e Ultimo Poema. Compose anche opere in versi dedicate a grandi autori come Foscolo e Orazio, e un romanzo ironico e futuristico, S.E. Capitano Fanfa. Il mulino del Basci-Buzuk. Tra i suoi lavori più significativi per Varazze ci sono opuscoli storici e ricerche su chiese, monumenti e persino su un menhir locale, unendo storia, archeologia e linguistica.
Garea aveva un rapporto di amore e critica verso Varazze: ne apprezzava la bellezza, ma non sempre condivideva il carattere dei suoi concittadini e faticava nei periodi di intenso lavoro estivo. Nonostante ciò, le sue opere storiche e culturali sono un patrimonio prezioso che racconta la città e la sua Riviera con uno sguardo colto e originale.